Il luogo è il quartiere romano di Valle Aurelia, chiamato ancora oggi la “Valle dell’Inferno” per via del fumo che fuoriusciva dalle antiche fornaci di mattoni. Oggi, via di valle Aurelia – strada centrale del quartiere – si dipana nella vallata limitrofa alla Fornace di Cristoforo Veschi, l’ultima a cessare la produzione alla fine degli anni ’50 del XX secolo; all’ombra di Monte Ciocci, tra il borgo antico, costituito dalle vecchie case dei “fornaciari” e i nuovi “palazzoni” popolari.

Proprio lungo l’arteria principale del borghetto, al civico 27, sorge il Centro Anziani di Valle Aurelia – residuo di un lotto più ampio che ha ospitato un plesso scolastico fino agli anni Sessanta – che ha inaugurato nel maggio 2014, dopo interventi di bonifica e ristrutturazione del luogo.
Parte del centro (due fabbricati monopiano e l’iterstizio tra essi) ha accolto il progetto, divenendo luogo dell’esposizione artistica e aprendosi a nuove possibilità di fruizione per gli utenti del centro e agli abitanti locali.
La mostra è stata costruita nello spazio pubblico circostante: lungo una strada di sampietrini sovrastata dal ponte di una ferrovia in disuso; in una cabina dell’Enel abbandonata; lungo un sentiero che s’inerpica, tra rovi e arbusti, oltre la strada.